Perché commercio equo e solidale?

Desideriamo un mondo in cui non ci siano differenze di diritti. Vorremmo un rapporto egualitario tra Nord e Sud del Mondo e vorremmo tentare di ottenerlo attraverso il commercio internazionale, ormai sottoposto a perverse logiche di profitto.
Gli obiettivi sono stati fissati ponendo al centro la tutela dei soggetti principali dell’intero processo di commercializzazione, il produttore e il consumatore.

Circa il primo, l’obiettivo primario è quello di riportare i piccoli produttori al centro del mercato globale e locale, mirando a garantire un’economia sostenibile e chiudendo così il ciclo produttivo all’interno della Bottega stessa, di modo che si possano ridistribuire il reddito e il lavoro, ma soprattutto riconsegnare al territorio nazionale e al Sud del Mondo un nuovo potere d’acquisto: economia fatta con etica.
Scopo principale inerente alla fase finale di questo processo è quello di creare un consumAttore, in grado di effettuare le proprie scelte di consumo e di risparmio con consapevolezza e senso critico.

Quando compri, voti. I consumatori esprimono un voto per ogni prodotto che scelgono e segnalano alle imprese i comportamenti che approvano e quelli che condannano. L’acquisto può trasformarsi in un sostegno alle forme produttive corrette o in un ostacolo alle altre.     (A. Zanotelli)
La “teoria del voto con il portafoglio” si tradurrebbe, così, in una realtà contemplata secondo tali obiettivi: costruire dal basso un benessere equo e sostenibile, caratterizzato da un sistema orientato alla creazione di un alto valore economico da un punto di vista sia sociale che ambientale.

La Bottega giù al Nord
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